[NFL] Conference: San Francisco 49ers vs Seattle Seahawks 17-23
“Richard, guarda che Crabtree non ha parlato di te!” “Questo è quello che succede quando parli di me!”.
E’ un’incredula Erin Andrews quella che deve arginare il numero 25 dei Seattle Seahawks dopo che un suo tocco su un lancio di Colin Kapernick ha spedito i falchi al SuperBowl di New York. Un pazzo, un giocatore incredibile e un atleta devastante, che nel primo tempo, proprio per aver arginato il ricevitore dei 49ers che ricorda nel post partita, stava per incidere su una eventuale sconfitta dei suoi. Richard Sherman rappresenta la squadra dello stato di Washington, le sue virtù e i suoi difetti, il suo senso di agonismo estremo, la sua foga irrefrenabile, la sua potenza e il suo sempre alto morale. Chiunque, anche questi fantastici 49ers alla terza finale di conference consecutiva, sembra un agnellino sacrificale al confronto, spaurito come se fosse appeso al guinzaglio del famigerato “12th man”, che sugli spalti grida forte come di più sembra impossibile fare.
Il Championship della NFC era iniziato come tutti si aspettavano, forse più fedele a sè stesso di quanto lo avevamo immaginato. Prima del kick off, una squadra da una parte e una dall’altra, separate da un cordone di uomini dello staff delle due franchigie e arbitri. Una scena irreale, più adatta a una serie TV su dei sanguinari gladiatori piuttosto che a una manifestazione sportiva. Il primo a “cadere” è Luke Willson: il prospetto di Seattle riceve un passaggio nel mezzo del campo, viene placcato e poi riceve una botta spaventosa da Donte Whitner che gli prende una spalla ma fa finire il casco contro il terreno creando un rimbalzo molto simile a quello della testa di un pugile che va KO. Gli arbitri chiamano un fallo (non esistente in realtà) più per arginare la follia piuttosto che per punire un’azione irregolare.
Poi, LaMichael James. Pazzesco non chiamare il fair catch in una contesa come questa. L’ex di Oregon non lo fa, e se ne pente perchè appena sfiora l’ovale Seattle lo manda nella polvere dell’arena con quello che addirittura sembra un braccio teso di stampo greco-romano. Il casco viene sbalzato sul terreno e si stacca dalla testa del ritornatore dei Niners.
Non saranno gli unici infortuni: Navorro Bowman e Mike Iupati forniranno altro orrido materiale per gli highlight infortunandosi alle ginocchia, mentre i giocatori che allungheranno i tempi restando sul campo del Century Link Field, lenti nel tirarsi su, saranno un numero quasi infinito. Il tutto nella bolgia del pubblico di Seattle, che per gli avversari rappresenta il girone dantesco peggiore in cui esibirsi.
Si è giocato anche a football? Sì, certo, ma descrivere il clima nell’introduzione è meglio che aggiornare continuamente una cronaca con ogni episodio che da tale clima attinge a piene mani.
Iniziamo, in ogni caso. Prima giocata della partita: Russell Wilson finta l’hand-off a destra, scatta a sinistra ma Aldon Smith se ne accorge, lo tira giù e nel frattempo il prodotto di Wisconsin perde la palla, ricoperta proprio da Smith. Un minuto dopo, il 3 a 0 firmato da Phil Dawson. Prevedibilmente la partita è bloccata; Seattle scatena Marshawn Lynch per farselo puntualmente rimandare al mittente dalla straordinaria difesa ospite. Dall’altra parte, anche Frank Gore non trova grossi spazi in cui librarsi, cosa che però non succede al suo quarterback.
In fase di preview molti si erano chiesti se i Seahawks sarebbero riusciti a fermare Kaepernick e i suoi giochi rotti che si trasformano in corse da 30/40/50 yard. La risposta sembra essere “no”. Un guadagno da 58 yard del giocatore da Nevada porta San Francisco ad un’incollatura dal 10 a 0, che puntualmente arriva con Anthony Dixon (Gore è fuori zoppicante nell’occasione) pochi secondi dopo. Siamo all’inizio del secondo quarto quando i tifosi rosso-oro pregustano la grande Mela, ma il campo ha piani differenti per loro.
Wilson non gode di una protezione di altissimo livello e spesso si ritrova metà della difesa ospite in mezzo ai piedi. Ma sono piedi fatati i suoi: di prenderlo non se ne parla, e su uno di questi inseguimenti inutili San Francisco prende un colpo decisivo. Doug Baldwin scivola dietro Whitner ed Eric Reid, Wilson mette i piedi a posto e lancia le 51 yard che aprono il campo. Ne usciranno soli tre punti, ma il passaggio disperato cambierà leggermente un’inerzia che vedeva Frisco dominare.
Immaginiamo l’intervallo di Pete Carroll, allenatore capo di Seattle. Quante volte avrà detto “Continuiamo a correre”? E bisogna essere un po’ incoscienti per farlo, ma sicuramente capaci sia da un punto di vista tattico che da un punto di vista emotivo, motivazionale. Seattle non rinnega la sua dimensione, deve continuare a cavalcare il suo miglior giocatore, Lynch, e non deve smettere solo perché egli non sta facendo nulla di buono. Si rientra in campo e Marshawn pareggerà con la corsa da 40 yard che rappresenta il massimo concesso su corsa su una singola azione dalla difesa 49ers in stagione. E’ un pareggio sognato e del tutto insperato, da cui Carroll e i suoi traggoni un’ispirazione infinita. Bisogna andare a dire a 70000 persone sugli spalti che in realtà SF sta giocando meglio e sembra meno vulnerabile, ma quelli gridano come delle straccivendole e solo i fatti li possono ammutolire, forse nemmeno quelli.
Il vantaggio degli uomini del secondo fratello Harbaugh non si esaurisce però: Kaepernick trova Anquan Boldin (fino ad allora in ombra) con quello che dovrebbe essere il primo “jump shot” nella storia del football per il touchdown del 17 a 10 nel terzo quarto, e Steven Hauschka gli risponde con i punti del 17 a 13 con cui ci si affaccia al quarto periodo di gioco.
Ma, sotto di 4 punti a 15 dal termine, i Ball ‘Hawks (così chiamati per il notevole talento nel rubare il pallone in difesa) iniziano a essere ingiocabili, come al solito diremmo. I fumble si moltiplicano, SF ne recupera uno e perde l’altro, causato da Cliff Avril. Kam Chancellor intercetta un primo passaggio prima della giocata di Sherman descritta all’inizio di questa cronaca che manda tutti negli spogliatoi e i Niners in offseason.
Offensivamente, i Seahawks buttano via un numero incredibile di palloni. Il TD del 20 a 17 è una bomba da 35 yard di Wilson su un quarto e sette, con Hauschka già pronto a calciare e poi richiamato in panchina da Carroll. Gli special team degli Hawks fanno un lavoro migliore degli avversari, i ritorni e le palle recuperate danno posizioni di campo invitanti per Lynch e compagni, l’inerzia sul finire della partita è arrivata quindi totalmente nelle mani degli uomini in blu.
I Seahawks riescono, a dire la verità, a complicarsi la vita ben due volte: nell’azione che infortunia Bowman (lasciate stare e non guardate le immagini) perdono il pallone e lo ricoprono su un terzo down a pochi centimetri dalla End Zone, poi Wilson commette un fumble sul quarto tentativo successivo, sempre a ridosso della zona di meta avversaria.
Dal primo intercetto di Kapernick Seattle tira fuori 3 punti, che la mette a un touchdown di vantaggio sugli avversari. Al numero 7 dei californiani cadrà il mantello da supereroe indossato contro i Panthers, e lancerà su Michael Crabtree marcato da Richard Sherman a pochi secondi dal termine. Il 25 la tocca e la spinge tra le braccia di un compagno. I Ball ‘Hawks sono al SuperBowl, dove affronteranno i Denver Broncos.
E’ stato un Championship emozionante, in bilico tra un inizio stentato dei paladino di casa e un quarto quarto da consegnare senza aggiunte né detrazioni alla storia dello sport. Una dimostrazione che la grinta e la cattiveria sportiva ti portano dove presunta inferiorità tecniche non ti potrebbe permettere. Nel prepartita si discuteva del peso tecnico delle due squadre: San Francisco è più solida, più squadra, ha ormai maggiore esperienza. Ma i fuochi d’artificio, soprattutto quando è davvero contato tirarli, li hanno tirati gli altri. Colin Kaepernick ha avuto dei passaggi a vuoto nell’ultimo periodo di gioco, vanificando gli sforzi di una ottima postseason, ma dargli la colpa della disfatta sarebbe pratica bestiale.
Gli episodi, una gestione morale della partita fantastica da parte di Pete Carroll e maggiore motivazione hanno fatto la differenza oltre al talento di due squadre simili.
Alla fine, su quell’ultimo intercetto, Sherman è andato a dire qualcosa a Crabtree. Cosa non è dato sapere, ma poco dopo si è presentato ai microfoni della Andrews con lo sfogo riportato a inizio articolo, aggiungendo che il prodotto di Texas Tech è un ricevitore nella media mentre lui è il migliore defensive back della nazione.
Demariyus Thomas e Peyton Manning hanno preso nota.
Nella notte di New York che chiuderà una stagione come al solito mozzafiato ci saranno tematiche generazionali, tecniche ed emozionali di cui parlare, e per fortuna abbiamo due settimane piene per farlo.
Per quanto riguarda San Francisco, un applauso arriva loro dal cuore di tutti gli appassionati. Le sconfitte difficili da digerire della stagione regolare, la post season acciuffata all’ultimo momento utile e una corsa straordinaria ai Playoff, giocati tutti fuori casa, consegnano la squadra di Harbaugh agli onori della cronaca bellica NFL.
Perché tra commozioni cerebrali, infortuni, uomini depredati del casco e continui cambi di fronte, il Championship della NFC è stato niente meno che una guerra che ha incoronato una squadra incredibile che sconvolge le dinamiche NFL, e che è, come la città che la ospita, unica al Mondo.
Tra la Seattle di Russell Wilson e il Vince Lombardi Trophy ormai si para solo il numero 18 in arancione e i chilometri che servono a portare in New Jersey il dodicesimo uomo.
I Ball ‘Hawks avranno paura dell’ultimo volo, avranno timore di sconvolgere il Mondo, che alla finestra li guarderà levitare nell’ultima notte di una stagione per loro storica?
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Come buttare una partita in discesa…
Se lo sapevo, evitavo di fare le 4 in piedi e di dormire 2 ore!… 🙁
Io credo che abbiamo fatto bene comunque a fare le 5!
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Salve ho visto ieri la partita 49ers – seahawks, si sa qualcosa di Bowman?!
Navorro due legamenti rotti ma questo non dovrebbe pregiudicare la sua presenza all’inizio della prossima stagione.
Copernichiamo-oltughedarnau