Huddle’n Music: Ice Cube, N.W.A. e la Black Sunday della Raider Nation
Il primo Super Bowl guardato non si scorda mai, recita un antico proverbio che ho appena inventato. Spesso tra l’altro, specie per chi non ha particolari legami con una delle città sedi di squadre NFL, alla visione del match conclusivo del campionato NFL si lega anche la scelta della squadra per la quale si decide di tifare. Il primo Super Bowl che ho guardato per intero si è giocato il il 22 gennaio 1984 al Tampa Stadium tra i Washington Redskins, e i Los Angeles Raiders. E in effetti, sebbene abbia passato un periodo importante della mia vita nel Minnesota e sono sicuro di possedere globuli del sangue viola e oro invece che rossi e bianchi, i Raiders sono l’unica squadra NFL per la quale posso confessare di nutrire una simpatia, che nasce senz’altro in quel giorno di quasi quarant’anni fa.
Al Davis, proprietario ribelle della squadra, aveva trasferito i Raiders da Oakland al sud della California nel 1982, creando quello che poteva sembrare il matrimonio perfetto. Incarnando lo swag della città, la squadra aveva raggiunto i playoff nelle prime due stagioni a Los Angeles (che alla fine saranno tredici). Ma è indubbio che due episodi in particolare hanno trasformato i Raiders in un brand nazionale: la vittoria nel Super Bowl XVIII, e la nascita di un legame indissolubile, quello con il sound di cinque giovani incredibilmente talentuosi e incazzati ragazzi di colore, cresciuti nelle strade povere e violente di South Central LA. Sto parlando di quella crew di rapper formatasi nella seconda metà degli anni ottanta nota col nome di N.W.A., acronimo di ‘Niggaz Wit Attitudes. Il gruppo, nato nel 1986 e sciolto nel 1992, ha visto militare nelle sue fila Eazy-E, The Arabian Prince e Dr. Dre, oltre a MC Ren, Ice Cube, e DJ Yella.
I Washington Redskins arrivano a Tampa da campioni in carica e dopo una stagione regolare terminata con un record di 14-2, il migliore della lega. La squadra di coach Joe Gibbs (premiato quell’anno come Coach of the Year) ha appena registrato quello che fino ad allora era il minor numero di yard su corsa concesse nella lega stabilendo contestualmente l’allora record di 541 punti segnati in stagione. I Raiders di coach Tom Flores (il papà di Brian per intenderci), invece, vincono per il secondo anno consecutivo la AFC West e terminano la stagione regolare con un record di 12-4.
I potenti Redskins sono guidati in attacco dal QB Joe Theismann (QB), fresco MVP della lega e OPOY (giocatore offensivo dell’anno) e dai 24 TD del RB John “Diesel” Riggins, record NFL superato solo dodici anni dopo. Nei playoff, dopo aver umiliato i Rams 51-7 nel turno divisionale, Washington suda nel Conference game contro San Francisco che rimonta 21 punti nell’ultimo quarto di gioco e vince 24-21 con un FG a fine partita del K Mark Moseley.
I Raiders sono invece guidati in attacco dal QB Jim Plunkett, dal RB Marcus Allen e dal fortissimo TE Todd Christensen, che guida la squadra con 1247 yard ricevute e 12 TD. Ma il punto di forza dei Raiders è la difesa, guidata dai DE Lyle Alzado e Howie Long (oltre a Greg Townsend), al LB Matt Millen e al duo di CB Lester Hayes e Mark Haynes, a detta di molti il miglior CB duo nella storia della NFL. LA ha un percorso di avvicinamento al match di Tampa più regolare di Washington, con due vittorie nette: 38-10 sugli Steelers nel Divisional e 30-14 sui Seattle Seahawks nell’AFC Championship game. Seattle passerà alla NFC, nel 2002, dopo 25 anni nella AFC, ed è ancora oggi l’unica franchigia ad aver giocato il Championship game di entrambe le Conference.
La partita è giocata in una domenica meteorologicamente perfetta, con sole e una temperatura al kickoff di 20° centigradi. I Redskins, favoriti di soli 3 punti da Vegas (attuale sede dei Raiders!) partono male e subiscono nei primi due quarti un parziale di 21-3, con i Raiders che vanno a segno su un punt bloccato e ricoperto in end zone da Derrick Jensen, un TD pass di Plunkett per il WR Cliff Branch e un pick six (un ritorno di intercetto in TD) da 5 yard di Jack Squirek mentre Washington riesce a mettere a segno solo 3 punti con un FG di Moseley.
Il terzo quarto inizia con un TD su corsa di Riggins (21-9) che sembra riavvicinare le squadre e riaprire la partita ma di lì in poi sale in cattedra la difesa silver and black e Washington non segnerà più. La partita si conlude sul 37-9 e Marcus Allen da USC con le sue 20 portate per 191 yard (all’epoca record per il SB) diventa il terzo vincitore di Heisman a vincere anche il titolo di MVP del Super Bowl dopo Staubach (Navy) nel ’71 con i Cowboys e Plunkett (Stanford) nel 1980 proprio con i Raiders. Successivamente, solo Desmond Howard (Michigan) ci riuscirà, nel 1997 con Green Bay. I Raiders diventano la prima squadra di Los Angeles a vincere il Super Bowl, primato che deterranno in solitudine fino al successo dei rivali Rams, che quest’anno si sono aggiudicati il Super Bowl LVI, giocato nel loro stadio di casa, il SoFi Stadium di Inglewood, California. Per i tifosi dei Redskins, molti dei quali erano convinti di trionfare con una certa facilità, questa giornata viene ancora ricordata come Black Sunday. Per gli amanti della statistica i Raiders saranno anche l’ultima squadra della AFC ad aggiudicarsi il trofeo fino a quando, , i Broncos si imporranno nel Super Bowl XXXII.
Ice Cube, pseudonimo di O’Shea Jackson, è un rapper, attore e produttore discografico nato a Los Angeles il 15 giugno del 1969. Dopo un breve flirt con gli Steelers, all’età di 10 anni diventa tifoso dei Raiders. Per sottolineare l’appartenenza al gruppo, gli N.W.A. si presentano dall’inizio a tutte le sessioni fotografiche vestiti in nero. Ice Cube poi, indossa spesso, anche sul palco, un cappellino dei Raiders. Il passo successivo, quello di indossare capi di vestiario neri dei Raiders, sembra quasi naturale e lentamente si estende ai fan del gruppo e ai tifosi della squadra di football, fino a diventare un simbolo.
I fan del gruppo e i tifosi si identificano nel logo e si sentono essi stessi “raiders (predoni)”. La NFL aveva spostato la squadra dall’atteggiamento più tosto e incazzato in uno dei quartieri più difficili di Los Angeles. Il Coliseum, la casa dei Raiders, si trova infatti a South Central LA. Nasce un connubio ideale tra squadra, logo, tifosi N.W.A. e fan del gruppo, che porterà il marchio Raiders al primo posto nelle vendite di merchandise NFL.
Gli N.W.A sono considerati ancora i principali sviluppatori del genere gangsta rap. Hanno influenzato la produzione hip hop degli anni ottanta, novanta e dei nostri giorni, ispirando Snoop Dogg, Tupac Shakur e in anni recenti 50 Cent, The Game e Eminem. I loro testi sono più violenti, conflittuali e scioccanti di quelli degli altri rappers, contengono numerose profanità e usano in modo controverso la parola «nigga». L’8 agosto 1988 esce l’album Straight Outta Compton dei N.W.A.. Compton è una piccola città sobborgo a sud di LA dove è nato Eazy-E, il leader carismatico del gruppo. Il disco, considerato da molti una “sveglia”, richiama l’attenzione della società sui problemi della costa ovest, soprattutto della zona sud di Los Angeles, e ottiene un enorme successo vincendo 2 volte il disco di platino. La canzone Fuck tha Police, contenuta nell’album, scatena la prima grande polemica sui testi hip hop, con l’assistente direttore dell’FBI, Milt Ahlerich, che esprime con forza il risentimento della canzone da parte delle forze dell’ordine.
Ma torniamo alla nostra storia: all’inizio degli anni ’90 Ice Cube, sempre presente allo stadio, si autoproclama Presidente della tifoseria dei Raiders, nota nel mondo del football come Raider Nation. Nel 2009 Ice Cube lancia durante un Monday Night tra Raiders e Chargers l’omonimo pezzo (Raider Nation) che diventa immediatamenteo l’inno della squadra.
E allora eccoli gli N.W.A. con Straight Outta Compton, primo singolo estratto dall’album omonimo. La canzone si è classificata 19ª tra le 100 migliori canzoni rap di sempre e nona tra le migliori canzoni hip hop di tutti i tempi dalla rivista Rolling Stone. Enjoy!