Da tempo in cima alla lista delle squadre più schizofreniche della NFL, in questa offseason gli Atlanta Falcons hanno deciso di alzarsi sui pedali e sbaragliare la concorrenza. Lo spettro delle emozioni umane non è sufficiente per abbracciare lo stato d’animo contraddittorio dei tifosi di Atlanta alle porte di questa stagione 2024. Quali emozioni prevalgono? Frustrazione per l’infruttuoso e sconclusionato triennio alla guida di Arthur Smith? Curiosità per il nuovo coaching staff in arrivo da Los Angeles? Eccitazione per un quarterback incommensurabilmente migliore dei figuranti del recente passato, oppure perplessità per aver scelto con la 8 overall UN ALTRO quarterback?
E ancora, a prevalere è l’hype per il potenziale ancora inespresso dell’attacco o il terrore per il putrescente stato del roster difensivo? Cosa aspettarsi quindi: doppia cifra di vittorie o il deprimente 7-10 delle ultime stagioni?
Per capire le ragioni dei dubbi che attanagliano la fanbase non ci resta che dare uno sguardo a tutte le componenti degli Atlanta Falcons 2024.
OFFENSE
Udite udite, i Falcons hanno un quarterback! Il “quarterback purgatory” (anche se sarebbe più corretto parlare di “hell”) di Atlanta è infatti terminato con l’arrivo di Kirk Cousins, senza dubbio il più influente della offseason.
Se Desmond Ridder è stato il proverbiale “knife to a gunfight”, il capitano Kirk rappresenta – al netto degli strascichi dell’infortunio patito lo scorso novembre – un’arma da fuoco dal calibro più che rispettabile nel poligono di tiro della NFC. Legittimo chiedersi allora perché, anziché massimizzare il livello del roster nei due anni buono che Cousins ha da regalare, Atlanta abbia deciso di investire l’ottava scelta assoluta su un altro QB, Michael Penix Jr, ma è meglio rimandare la questione alla preview della stagione 2026 e concentrarsi su quello che i Falcons hanno in casa, a partire dai due maggiori beneficiari dell’arrivo di Cousins.
Drake London può esplodere definitivamente e affermarsi come uno dei migliori ricevitori della conference, mentre Kyle Pitts può rimettere sui giusti binari una carriera a forte rischio deragliamento dopo due stagioni appannate e colme di infortuni.
Certo, il resto del parco ricevitori non offre garanzie, ma London e Pitts possono sobbarcarsi il grosso del peso offensivo nel passing game, come hanno fatto Puka Nacua e Cooper Kupp lo scorso anno. Il riferimento ai Los Angeles Rams è tutto fuorché casuale, dato che proprio da LA arriva il nuovo offensive coordinator, Zac Robinson. Per quanto la sua mancanza di esperienza da playcaller rappresenti un’incognita davanti al foglio delle chiamate, Robinson è pur sempre un discepolo di Sean McVay, del quale cercherà verosimilmente di imitare i punti di forza principali.
Dal punto di vista strettamente tattico il roster dei Falcons si discosta parecchio dalla recente versione ultra muscolare prediletta da McVay, per cui è probabile aspettarsi una sorta di attacco vintage, perché ad Atlanta Robinson trova un roster piuttosto simile a quello dei primi Rams di McVay, agili in linea (quella dei Falcons è particolarmente leggera) e dotati di un runningback tremendamente scattante e abile a ricevere palloni. Stiamo parlando, ovviamente, di Bijan Robinson, che in ruolo da “cosplayer” di Todd Gurley potrebbe imporsi definitivamente sulla scena NFL. Queste considerazioni tecnico tattiche non sono da scartare, ma la verità circa l’attacco della squadra è molto semplice: i Falcons hanno un quarterback (se non addirittura due), e quando hai un buon quarterback il lavoro diventa molto, molto più semplice.
DEFENSE
Le notizie incoraggianti sui Falcons finiscono più o meno qui, per lasciar posto ai tetri presagi che aleggiano su quella che sembra essere molto vicina alla peggior difesa della lega. Mettendo in ordine le cause di un simile scetticismo non si può che partire da un addio dolorosissimo, quello del defensive coordinator Ryan Nielsen, inevitabile vittima del repulisti dovuto alla cacciata di Smith e alla scelta di un defensive coordinator come Raheem Morris quale nuovo head coach. Nielsen ha lasciato numerose “vedove” nel suo singolo anno alla guida della difesa di Atlanta, perché in una sola stagione l’ormai ex DC aveva portato alla difesa una spina dorsale, un’anima e un’idea di football tanto moderna quanto efficace, e il suo addio lascia diversi nervi scoperti.
Per prima cosa, cambiare la terza guida tecnica in altrettante stagioni fa sì che il roster sia male assortito, perché diversi giocatori scelti su indicazione di Nielsen (Kaden Elliss, David Onyemata e Zach Harrison su tutti), si troveranno in un nuovo sistema sicuramente meno in linea con le loro caratteristiche. Più in generale, il roster è davvero deludente e colmo di buchi. I giocatori di alto livello sono pochi (Jesse Bates e AJ Terrell sicuramente, Grady Jarrett se recupera dalla rottura del crociato) e sono circondati da qualche onesto mestierante e da un numero ben maggiore di giovani mai sbocciati, veterani di basso rango; autentiche carneadi del football difensivo che faticherebbero ad esprimersi anche se ad allenarli fosse Bill Belichick in persona. A titolo personale, confesso di non apprezzare particolarmente lo stile difensivo usato dai Rams negli ultimi anni. Non sono un fan di Morris e so davvero poco su Jimmy Lake, il nuovo defensive coordinator, dubito che il loro coaching sarà disastroso ma faccio fatica ad intravedere uno scenario in cui i Falcons si avvicinino anche solo alla metà della classifica delle migliori difese.
Il rammarico è tanto, perché in offseason Falcons hanno deliberatamente scelto di trascurare il problema-difesa per destinare tutte le risorse possibili al problema-quarterback. Se i soldi di Kirk Cousins fossero stati spesi per un forte cornerback da appaiare a Terrell, se la scelta ricaduta su Penix Jr fosse finita invece su un pass rusher, i Falcons potrebbero apparire più minacciosi sul lato difensivo del pallone.
Purtroppo, con i se e con i ma non si fa la storia e nemmeno i sack, quindi sembra proprio che i tifosi di Atlanta si debbano rassegnare ad una difesa in linea con i deludenti standard del passato recente.
SPECIAL TEAM
I buoni coordinatori di special team sono merce rara, motivo per cui Marquice Williams è stato confermato alla guida delle squadre speciali di Atlanta. Williams dovrà però dimostrare che lo scorso anno, deludente sia per quanto riguarda i calci sia alla voce “ritorni”, sia stato un semplice inciampo da cui riprendersi immediatamente. Le stesse considerazioni valgono per il kicker Younghoe Koo – letale fino al 2022 ma piuttosto inaffidabile lo scorso anno – mentre il return game subirà inevitabilmente delle variazioni, dovute sia all’addio di Cordarrelle Patterson sia alle grandi novità introdotte dalla NFL con la modifica alle regole sul kickoff.
COACHING STAFF
Già coach e capoallenatore ad interim tra il 2015 e il 2020, Raheem Morris torna ad Atlanta forte dei successi ottenuti con i Rams e di un’altissima reputazione come “player’s coach” e leader. Molti membri del suo staff lo hanno seguito da Los Angeles, ma non mancano conferme del precedente regime in posizione chiave, come quella del coach di linea offensiva Dwayne Ledford e del QB coach TJ Yates. Dopo il cataclismico ultimo anno di Arthur Smith, Morris ha il compito di riportare nel coaching staff la serenità, la fiducia e la disciplina che la squadra ha completamente smarrito nel 2023.
Record previsto: 9-8
I nostri voti
Offense - 7.5
Defense - 5
Coaching Staff - 6.5
6.3
Per quanto schizofrenici, incompleti e indecifrabili, i Falcons mantengono il potenziale per intraprendere una buona campagna 2024. Vegas lì ha individuati come i favoriti per la vittoria della NFC South e in effetti la testa di una division così debole sembra alla portata, ma abbiamo imparato da tempo a diffidare delle promesse di successo fatte da Atlanta. Alla squadra e al coaching staff il compito di portare il playoff football ad Atlanta ad otto anni di distanza dall’ultima volta!